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Fofi: aumentare le quote di vaccini alle farmacie

Farmacia Redazione DottNet | 15/09/2020 16:46

Oggi il previsto incontro al ministero della Salute

E' "indispensabile che si aumenti la quota di vaccini anti influenzali destinati alle farmacie a livelli adeguati alle necessità. Sui vaccini non possiamo permetterci un'altra emergenza come quella delle mascherine: ne va della protezione di milioni di persone e della tenuta del Servizio sanitario, già duramente messo alla prova in questi mesi". Lo afferma il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) Andrea Mandelli, ringraziano al contempo il Ministro della Salute, Roberto Speranza, "per la disponibilità e l'impegno dimostrati nell'affrontare la questione della disponibilità dei vaccini antinfluenzali nelle farmacie".  "Ci auguriamo che nell'incontro, organizzato dal Ministero della salute - rileva Mandelli in una nota - si raggiunga questo obiettivo fondamentale per la tutela della salute". "Apprezziamo che vi sia stata una prima apertura sul tema in Conferenza Stato Regioni. Però è evidente che destinare al canale territoriale soltanto l'1,5% delle dosi nella disponibilità delle Regioni è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità", afferma.

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Normalmente le persone non comprese nelle categorie a rischio, e le aziende che acquistano direttamente il vaccino per i loro collaboratori, assorbono un numero di dosi che oscilla tra 800.000 e un milione. Quest'anno, dopo che tutta la comunità medica ha raccomandato di ampliare il più possibile la copertura, anche rivolgendosi direttamente al pubblico, argomenta Mandelli, "è logico attendersi che questa cifra aumenti significativamente. Clinici ed epidemiologi hanno sottolineato l'importanza di vaccinarsi contro l'influenza sia per evitare coinfezioni con SARS-CoV2 e semplificare la diagnosi dei casi sospetti, sia per impedire che le strutture ospedaliere possano trovarsi a fronteggiare un'epidemia di influenza stagionale contemporaneamente a un'eventuale impennata dei casi Covid". Vaccinare le persone attive, conclude, "significa ridurre in misura importante la circolazione del virus nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto, nelle famiglie e non possiamo proprio quest'anno negarci questa possibilità". 

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